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Ing. Alberto Gentili
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Rassegna stampa

10/6/2016

 
Vi propongo un po' di materiale d'archivio e testimonianze dei media che riguardano interventi a cui ho partecipato negli scorsi anni.

​L'inaugurazione della scuola elementare di Cavezzo, in provincia di Modena, del 21 ottobre 2012.
​La fotogallery dell'evento
 è sulla Gazzetta di Modena.
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In un periodo di forte attività sismica, ha assunto particolare rilievo il convegno della CNA sulla sicurezza nei luoghi industriali, del 30-07-2012. Qui c'è l'articolo pubblicato su Ravenna e dintorni.

Grande attenzione ha ricevuto, sempre nel 2012, il completamento dei lavori del nuovo polo espositivo di Ostia, un edificio polivalente già noto come Depo. Siamo nel 2012 e a parlarne sono diversi media, tra cui Il Sole 24 Ore con questo speciale su Edilizia e territorio.
Anche Ostia TV dedica all'inaugurazione un interessante servizio, disponibile qui sotto (fonte).

Più di recente, nell'aprile del 2016, ecco un bel pezzo del Resto del Carlino online sulla inaugurazione dell'importante pista ciclabile forlivese dedicata a Casartelli e sul suo sottopasso della Via Emilia.
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Come funziona la posa di fibre di carbonio per rinforzare una struttura in cemento armato.

15/9/2014

 
Le immagini seguenti mostrano una sequenza tipica di lavorazione necessaria per l'applicazione di fibre di carbonio su strutture in cemento armato.

Chiesa Cappuccinini Forlì: Consolidamento e miglioramento antisismico

12/9/2014

 
Miglioramento antisismico - Forlì Today
Al via i lavori di ristrutturazione alla Chiesa dei Cappuccinini di Forlì
Sotto la direzione dell'Arch. Roberto Pistolesi e dell'Ing. Alberto Gentili l'impresa Zambelli ha avviato un importante lavoro di consolidamento e miglioramento antisismico del complesso della Chiesa dei Cappuccinini a Forlì. 
“Anche se l’abitudine della frequentazione nasconde all’occhio del visitatore l’antichità delle mura – scrive il portavoce della comunità Daniele Zattini – sono ambienti che hanno necessità di restauri urgenti”.Il complesso è formato da diversi blocchi risalenti a diverse epoche costruttive ciascuno con la sua specificità e caratterizzazione strutturale. Attualmente è terminata la prima fase di consolidamento dell'asilo parrocchiale e stiamo lavorando nel rafforzamento della Chiesa.
I lavori in corso sono frutto della lungimiranza del committente che in una prima fase ha commissionato la verifica della vulnerabilità sismica, da cui sono emerse le criticità delle diverse porzioni del complesso. Il progetto partendo dalla verifica di vulnerabilità è orientato a risolvere le principali criticità in relazione alle risorse economiche disponibili. L'obbligo normativo (eseguire le indagini di vulnerabilità) è stato intelligentemente sfruttato per consolidare le parti più deboli. Il progetto possiede una sua sostenibilità economica perché interviene in maniera oculata rinforzando gli anelli deboli della costruzione.
Leggi l'articolo apparso su ForlìToday qui http://www.forlitoday.it/cronaca/ristrutturazione-chiesa-cappuccinini-forli.html 

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Anche Il Resto del Carlino ha dato spazio alla notizia, qui è possibile leggere l'articolo completo http://www.ilrestodelcarlino.it/forlì/a-caccia-di-800mila-euro-per-rimettere-in-sesto-la-chiesa-dei-cappuccini-1.203280

Corofar Forlì, tetto innovativo in legno d'abete. Sicurezza antisismica e risparmio energetico.

22/8/2014

 
Articolo Corriere Romagna 22/08/2014Corriere Romagna del 22/08/2014
Alla Corofar di Forlì il tetto diventa tecnologico, ho realizzato infatti insieme all'Arch. Giancarlo Gatta una nuova copertura in legno di abete che aumenta sicurezza antisismica e risparmio energetico.  Il tetto in cemento armato e coppelle è stato rimpiazzato da una struttura a telai con arcate in legno di abete, tiranti di acciaio, che utilizza carbonio, fibra di carbonio, vetroresina, Osb (Oriented Strand Board) materiale a base legno costituito da diversi strati. L'esigenza di partenza era incrementare la sicurezza in caso di eventi sismici, per scongiurare il rischio crolli in caso di forti scosse: evitare, per intenderci, quanto accaduto nel Modenese nel terremoto del 2012 con enormi depositi crollati. La nuova struttura arcuata, gode nel minimo di spostamento necessario per assorbire eventuali oscillazioni. Inoltre i materiali usati permettono di ridurre il peso da 2mila chili per ogni tegola esistente a circa 600 chili per la nuova struttura che lo sostituisce, con favorevoli ripercussioni sulla sicurezza. La nuova forma impedisce anche la formazione di acqua sul tetto e il deposito di neve. Un colpo d’occhio anche estetico innovativo per uno dei capannoni dell’importante cooperativa forlivese. Si tratta infine di un’operazione rapida, a prezzi contenuti rispetto al normale rifacimento di un tetto, senza interruzioni dell’attività da parte della Corofar.
Alberto Gentili

Politica di prevenzione antisismica

19/8/2014

 
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Su Il sole 24 ore del 19 agosto è uscito un approfondimento interessante sulla prevenzione antisismica, in particolare per  quanto riguarda non solo la creazione di uno strumento di incentivazione fiscale ma anche per l'inserimento di interventi antisismici nelle politiche di trasformazione territoriale e riqualificazione urbana. Ci sono complessivamente in Italia più di 10 milioni di edifici che necessitano di misurazione e classificazione del rischio sismico e in moltissimi casi richiedono interventi di adeguamento. In particolare ci sarebbero circa 95 mila capannoni in zone ad alto rischio sismico per cui sarebbe necessaria una verifica e, se del caso, un miglioramento della capacità di resistere agli eventi sismici attraverso le tecniche innovative e l'introduzione di materiali come la fibra di carbonio o la sostituzione dei solai con strutture in legno.
Ma vediamo nel dettaglio l'articolo.
"Un discorso a sé merita anche la politica di prevenzione antisismica, per cui si sta cercando uno strumento più articolato e duraturo di incentivazione fiscale, tale da garantire investimenti di lungo periodo, come sono quelli "pesanti" di intervento sul "cappotto" o sui pilastri degli edifici. Non solo: il ministero delle Infrastrutture ha l'ambizione di inserire gli interventi antisimici nelle più generali politiche di trasformazione territoriale e di riqualificazione urbana. Per questo sta lavorando da alcuni mesi al ministero un gruppo di lavoro che dovrebbe creare una metodologia e uno standard per la misurazione e la classificazione del rischio sismico. Questo consentirebbe di definire obiettivi di prevenzione e di legare a questi le agevolazioni. Oggi sono 7 milioni le costruzioni realizzate prima del 1971 e quindi precedenti a qualunque normativa antisismica: equivalgono al 60% del patrimonio immobiliare nazionale. A queste devono aggiungersi anche 2 milioni di strutture realizzate fra il 1972 e il 1981, 1,3 milioni realizzate fra il 1982 e il 1991 e 800mila edifici nati fra il 1992 e il 2001 che sono stati realizzati prima dell'entrata in vigore delle attuali norme tecniche sulle costruzioni e dell'attuale zonizzazione antisismica. Gli incentivi allo studio si estenderebbero anche agli edifici produttivi. Il ministero stima che due quinti dei 326mila fabbricati produttivi esistenti siano stati costruiti fra il 1971 e il 1990 e che 95mila capannoni siano localizzati in zone ad alto rischio sismico."

Tratto da Il sole 24 ore del 19/08/2014


Sant'Emidio, protettore dal terremoto

5/8/2014

 
Sant'Emidio protettore dai terremoti
Sant'Emidio, vescovo e martire, la cui festa ricorre il 5 agosto è venerato dalla Chiesa Cattolica come protettore dal terremoto. 
"Egli, già in vita, aveva dal Cielo il potere di disporre, a sua volontà, del terremoto che, quando entrava in qualche città, come a Pitino in Abruzzo, o in Ascoli, il terremoto si scatenava d'improvviso e faceva crollare i templi e le statue degli dèi... non le case; e, anche oggi queste, il Santo le prende in sua tutela" (Dalla Lett. past. "O Beate Emigdi" di Mons. Ambrogio Squintani). 
Emidio nacque, nell'anno 273, da nobile famiglia di Treviri, città del nord-ovest germanico, ai limiti dell 'Impero Romano. Aveva ormai 27 anni, quando, lui di famiglia pagana, a contatto, con i suoi coetanei cristiani, conosciuta la vera Fede, l'accolse con slancio e ricevette il battesimo. Per divina ispirazione poi, con tre suoi amici, Euplo, Germano e Valentino, sentì di dover partire per l'Italia. Messosi in cammino, valicate le Alpi, scese a Milano, ove s'incontrò col grande vescovo S. Materno che, dopo averlo conosciuto bene, lo istruì adeguatamente e l'ordinò sacerdote. Il giovane levita, allora, partì per Roma, ove allo spirito apostolico, associò sorprendenti prodigi. Fu accolto, con i suoi compagni, da S. Marcellino papa che, ritenutolo idoneo ad assumere le responsabilità episcopali, lo consacrò e destinò ad Ascoli, ove una comunità di cristiani ardeva dal desiderio di avere un Pastore. Ascoli, città antica, era stata distrutta da Pompeo Strabone. Ricostruita dal figlio Pompeo Magno, godeva poi di tanto prestigio da essere riconosciuta -come dicono gli storici -"Metropoli", da Ravenna a Reggio Calabria. Contava oltre ottantamila abitanti. Per la strada consolare "Salaria", che la univa a Roma e al mare Adriatico, era un centro commerciale e militare famoso. Accolto con amore il desiderio del Pontefice, Emidio partì per Ascoli col drappello dei suoi compagni.
Lungo il percorso però, fu informato che qui, per una ridestata persecuzione, non c'erano le migliori condizioni per poter svolgere la sua missione. Volse allora i suoi passi e le sue cure verso l' Abruzzo, conquistando alla Fede la città di Pitino e altre città. Tornata la quiete in Ascoli, vi si diresse. Al suo arrivo, fu una vera gioia per i martoriati cristiani. Il giovane Pastore allora, senza indugio, diede corso al suo lavoro con tanto fervore: predicava, istruiva, confortava i sofferenti, convertiva, battezzava, raggiungendo anche centri fuori di Ascoli; raggiunse infatti Fermo, ove, con una comunità di cristiani già esistente, aprì al culto del vero Dio un tempietto pagano. Dopo appena tre anni d'intenso e fruttuoso lavoro, confortato da prodigi, nel 303, quando ormai tanti pagani si erano convertiti e, tra questi, anche Polisia, la figlia del Prefetto della città, fu catturato dai persecutori, condannato a morte e decapitato nel luogo ove poi sorse il tempietto di "S. Emidio Rosso". Caduto a terra in un lago di sangue, il Martire - secondo la tradizione - raccolse il proprio capo, si eresse, ponendosi in cammino sino a raggiungere l'Oratorio delle Grotte, dove radunava i fedeli per le sacre funzioni; qui, si adagiò nel riposo eterno. Mani pietose poi lo composero in un rude sepolcro scavato nella roccia. Gli ascolani, successivamente, lo esumarono e portarono nella Cripta della Cattedrale, ove è particolarmente venerato come Protettore contro il flagello del terremoto.
Sono gli storici a testimoniarlo, come in Ascoli e diocesi, benchè sia una zona a grave rischio, non si è mai dovuto piangere per gravi conseguenze del terremoto. Si parla infatti di movimenti tellurici disastrosi, quali quelli degli anni 1298, 1672, 1703: "Era tale lo smodato ondeggiamento delle pareti, dei pilastri, delle colonne, delle case e delle chiese che si osservarono le torri delle medesime agitarsi in così orribili piegamenti che di alcune... si aspettava indubitamente la rovina" (Tullio Lazzari). Altri tremendi terremoti vengono ricordati nei secoli XVIII e XIX, tutti di forte entità, rovinosi e disastrosi (si pensi alla prima distruzione di Reggio Calabria e di Casamicciola), città e paesi anche vicini in cui caddero magnifici templi, monumenti insigni e abitazioni, in cui molti furono i morti sotto montagne di macerie: Ascoli ne uscì sempre fuori solo con danni riparabili.

Il funambolo

1/8/2014

 
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Sono molto affezionato a questa opera di Paul Klee, Il funambolo del 1923. Olio, matita e acquerello su carta con inchiostro su cartoncino
Mi affascina il motivo per cui l'acrobata riesce a non cadere dal filo.
Non è perché non guarda in basso.
Non è neppure perché è leggero, anzi si porta appresso un certo peso.
Il motivo per cui non cade dal filo è proprio nascosto in quel peso che si porta appresso.

Dopo il sisma si corre ai ripari, seminario sulla sicurezza degli edifici artigianali e industriali

12/7/2012

 
ImmagineIl Resto del Carlino, 12/07/2012
Dopo il sisma si corre ai ripari.
Ho tenuto un seminario a Ravenna, promosso da CNA, sul tema della sicurezza degli edifici artigianali e industriali, in altre parole sulla vulnerabilità sismica dei capannoni industriali, gli stessi colpiti dal sisma in Emilia. I fabbricati produttivi sono staticamente a posto ma non sono in grado di sostenere azioni orizzontali di tipo sismico. In Emilia il terreno si è sollevato molto rapidamente e i capannoni sono andati in crisi perché come gran parte di questo tipo di edifici sono stati costruiti in modo tale che buona parte della resistenza fosse garantita dall'attrito tra le diverse componenti: le travi sono in appoggio ai pilastri. Il movimento causato dal terremoto le ha sollevate e ci sono stati i crolli.
Ci sono soluzioni di due tipi per scongiurare le conseguenze drammatiche di eventi di questo tipo. Si può migliorare la capacità dei capannoni di resistere a eventi sismici o adeguarli alle normative. Nel secondo caso i costi sono superiori sul piano economico e della funzionalità degli spazi interni. Ecco perché conviene intervenire anche solo con il miglioramento delle strutture, ad esempio operando degli ancoraggi o con delle fasciature per aumentare la resistenza degli elementi più delicati. Altro discorso merita la sostituzione dei tetti in cemento armato e coppelle che possono essere rimpiazzati da una struttura a telai con arcate in legno di abete, tiranti di acciaio, che utilizza carbonio, fibra di carbonio, vetroresina, Osb (Oriented Strand Board) materiale a base legno costituito da diversi strati.  La nuova struttura arcuata, gode nel minimo di spostamento necessario per assorbire eventuali oscillazioni. Inoltre i materiali usati permettono di ridurre notevolmente il peso.
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